martedì 26 maggio 2015

Italia e architettura - Pozzuoli restauro del tempio-duomo del rione Terra

Durante il lungo week end di gita a Napoli e dintorni abbiamo visitato il Duomo di Pozzuoli - sull'acropoli del rione Terra - recentemente restaurato dall'arch. Dezzi Bardeschi. La cattedrale distrutta da un incendio nel 1964 nella navata centrale, ha fatto riemergere l'antico tempio in onore di Ottaviano Augusto costruito nel 1° secolo dopo cristo. 
L'intervento valorizza la stratigrafia dei secoli a cominciare dal tempio romano che viene messo in risalto costruendo un nuovo podio alla stessa quota di quello antico e inserendo pareti in vetro fra le colonne del pronao ristrutturate già negli anni 60 con un intervento intelligente di anastilosi da parte di Ezio De Felice.
La cattedrale barocca viene conservata nella facciata-rudere che, staccandosi dal tempio dà origine ad una sorta di nartece scoperto e nella parte absidale che diviene il centro simbolico dell'edificio ospitando l'altare e la cappella laterale del S.S. Sacramento sovrastata da una cupola maiolicata. In ultimo l'intervento contemporaneo molto rispettoso delle preesistenze grazie all'uso abbondante di vetro (parete in vetro fra gli intercolumni del tempio), e nello stesso tempo riconoscibile con la costruzione del timpano in vetro, del soffitto cassettonato e di un nuovo stilobate in marmo (che riprende il materiale romano) riportato alla quota di quello antico che serve anche ad alloggiare i tiranti in acciaio dei montanti in vetro che appartengono al nuovo involucro trasparente. All'interno l'inclinazione e il materiale diverso (legno)  per pavimento e arredi sottolinea la differenza fra il pronao e la cella e ospita la zona di preghiera.
L'involucro di vetro serve anche a testimoniare le caratteristiche dell'antico tempio: infatti, in prossimità delle colonne mancanti a loro testimonianza sono state realizzate delle sagome usando il vetro serigrafato. Identica cosa capita nella pavimentazione in marmo dove vengono incisi i perimetri rudentati degli antichi pilastri distrutti.









































lunedì 11 maggio 2015

Fuorisalone 2015 - installazioni università statale

Fra le installazioni del fuorisalone in università statale mi ha colpito molto quella di Kengo Kuma dal nome Irori. Si tratta di un involucro in carta vulcanizzata trattata con un trattamento chimico che la rende più resistente, che contiene degli elementi di arredo.
L'architetto si è ispirato all'antica stanza giapponese del focolare - chiamato appunto irori - formata dal tatami e dal focolare di forma quadrata (75x75) incassato nel pavimento. All'interno un sistema di arredi composti da tubi di acciaio e bambù che è insieme cucina e soggiorno e può essere ampliato o ridotto a seconda delle esigenze della famiglia. Lungo i lati del tunnel i neon sottolineano la trama del rivestimento.





Monumentali, dalla linea semplice anche se hanno l'aria un pò delle lapidi, le installazioni di Citterio+Viel. Composte da quattro pannelli alti 10 metri in Dekton rivestimento composito (vetro+materiali porcellanati+quarzo) che si usa anche per i top delle cucine per la sua resistenza, rappresentano la forza millenaria della cultura italiana espressa attraverso quattro testi fondamentali di filosofia, diritto, lettere antiche e lettere moderne.



Per ultima la installazione di Libeskind dal nome Future Flowers basata su pannelli in alluminio disposti su fasci di linee rette che si intersecano su direttrici diagonali. E' una composizione astratta dominata dai nuovi colori sviluppati per l'azienda Oikos.



domenica 3 maggio 2015

Fuorisalone 2015 Nendo - museo della permanente

L'evento che ci ha colpiti maggiormente in questo Fuorisalone è stata la mostra dei lavori del designer Nendo al Museo della Permanente di via Turati.
A cominciare dagli arredi in vetro ideati per Glas e ospitati in una scenografia molto minimale con ambienti interamente bianchi e con pareti di fondo retroilluminate: semplice ma di grande effetto.

I mobili slide sono fatti di pannelli trasparenti alternati a pannelli verniciati neri di cui quello centrale sfalsato e incollato al pannello trasparente lungo una sezione ridotta. La parte interna della scatola è verniciata di bianco impedendo che l'interno diventi eccessivamente scuro e creando un contrasto con l'esterno.


I tavoli soft sono di tre tipi tutti a forma di scatola costituita da 5 lastre di vetro satinato. L'unione tra vetro e vetro è fatta mediante incollaggio con sezioni di taglio a 45° e in tali sezioni sono stampati colori vivaci sfumati dal viola al rosso, dall'arancione al giallo e dal blu al viola. In più questi colori sono stampati sulla sezione interna del vetro satinato in modo sfumato. La sensazione è quella di oggetti naturali e leggeri, come se il bordo riflettesse il suo colore sulla superficie piana del vetro. Il vetro non è più il materiale duro e netto che conosciamo.



Il tavolo window ha all'interno fori sfasati riflessi dal fondo specchiato: il vuoto dei fori, che lo specchio fa sovrapporre, diventa elemento decorativo vero e proprio.


Il divisorio fragment, realizzato con frammenti riflettenti, è costituito da due lastre di vetro trasparente: su una è stato depositato tramite deposizione fisica da vapore (= creazione di uno specchio depositando un sottile film di alluminio; in genere lo specchio si ha su un lato ma in questo caso, grazie ad una particolare tecnica, gli specchi sono su entrambi i lati) un motivo a piccoli rettangoli, sull'altra lo stesso motivo ruotato di 90°. Si creano così molteplici effetti che possono essere visti da tutte le angolazioni.


Di seguito le altre immagini della avvincente esposizione.